L’incontro a fine novembre tra Meloni e Calenda è stato il primo di numerosi segnali di attenzione del Terzo Polo nei confronti del governo.
Per i diretti interessati, è stato nulla più che normale dialettica, non c’è nessuna idea di preparare una “stampella” al governo. Lo dice il segretario di Azione Carlo Calenda, ed è anche il pensiero con cui Giorgia Meloni, assicurano da Palazzo Chigi, ha accolto la richiesta formale di un incontro sulla manovra avanzata da uno dei leader di opposizione, che oltretutto ha presentato una controproposta di legge di bilancio. Eppure l’incontro a fine novembre tra Meloni e Calenda è stato il primo di numerosi segnali di attenzione del Terzo Polo nei confronti del governo.
Il dialogo con palazzo Chigi sulla manovra
Se l’approccio di Palazzo Chigi rimane aperto anche alle altre forze di minoranza, è stato certamente apprezzato l’approccio del Terzo Polo, che – nell’avanzare le sue richieste – avrebbe ricercato possibili punti di contatto con l’esecutivo. Oltre a Industria 4.0 e pacchetto famiglia (in particolare il congedo parentale) – tra le idee di Azione e Iv – non è sgradita nemmeno la ricetta del disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità prodotta da gas e altre fonti (anche se la premier resta convinta della necessità di una risposta europea).
Il voto con la maggioranza sul “merito”
Non solo. Sul mantenimento della parola “merito” nella nuova denominazione del Ministero dell’Istituzione alla Camera il Terzo polo ha votato con la maggioranza. A Montecitorio i deputati di Italia Viva ed Azione si sono espressi contro gli emendamenti identici di Pd e M5S al Dl Ministeri che puntavano, appunto, all’eliminazione della parola “merito” dal nuovo nome del ministero di Viale Trastevere. Gli emendamenti sono respinti, facendo emergere una nuova spaccatura all’interno dell’opposizione.
Intercettazioni: Rosato (Iv), pronti a sostenere riforma
Infine dal Terzo Polo sono arrivate parole di apprezzamento per la relazione illustrativa del ministro Nordio che ha spiegato in commissione giustizia come intende lavorare nei prossimi anni e quali sono le emergenze della giustizia italiana. Per il presidente di Italia Viva Ettore Rosato, quella del ministro è stata una relazione lucida «condivisibile e che speriamo porti a fatti concreti. Se così sarà anche dall’opposizione noi la sosterremo con convinzione»
La riforma della Giustizia illustrata da Nordio
Davanti alla Commissione Giustizia del Senato Nordio ha sostenuto che la presunzione di innocenza, principio cardine del nostro ordinamento, «continua a essere vulnerata in molti modi» e ha puntato l’indice contro «l’uso eccessivo e strumentale delle intercettazioni, la loro oculata selezione con la diffusione pilotata» ma anche contro l’azione penale ormai «diventata arbitraria e quasi capricciosa». Nel mirino c’è pure l’uso della custodia cautelare «come strumento di pressione investigativa» e «lo snaturamento» dell’avviso di garanzia diventato «condanna mediatica anticipata e persino strumento di estromissione degli avversari politici».
Possibile convergenza sul premierato
Ma il dialogo tra Terzo polo e governo è già stato sdoganato sul fronte delle riforme. Già subito dopo le elezioni del 25 settembre, i leader di Azione e Italia Viva, Carlo Calenda e Matteo Renzi, si erano detti disponibili al confronto su un tavolo per fare insieme le riforme costituzionali. Non è un caso che la premier Giorgia Meloni sembri disposta a fare un passo indietro sul presidenzialismo a favore del premierato, che tanto assomiglia al “sindaco d’Italia” più volte richiamato da Renzi.
Il Sole 24 ore