Capire la genesi e lo sviluppo dell’Industria 4.0 significa anche fare chiarezza sulle tecnologie che la digital transformation porta nelle fabbriche per orientare le scelte, sfruttando al meglio gli incentivi governativi. Tra i cluster tecnologici coinvolti, gli analisti del Politecnico ipotizzano in futuro un passaggio dal cloud manufacturing al Manufacturing as a Service.
Si chiama Industria 4.0 il nuovo orizzonte di una produzione e di una distribuzione che diventano più smart vale a dire più intelligenti, più veloci e più efficienti.
Grazie a un mix tecnologico di automazione, informazione, connessione e programmazione che stanno portando a un cambio dei paradigmi tecnologici e culturali che, coinvolgendo il sistema manifatturiero in tutte le sue forme, introduce nuovi concept di sviluppo e di servizio all’insegna di una digital trasformation sempre più spesso sinonimo di disruption.
Quel suffisso 4.0, infatti, corrisponde alle tappe di un’evoluzione estremamente precisa. Dall’introduzione della macchina a vapore all’uso sempre più pervasivo dell’automazione, dall’informatizzazione alla digitalizzazione, il passaggio alla quarta rivoluzione industriale traghetta le imprese verso una nuova dimensione detta bimodale, perché costituita da un ecosistema di risorse fisiche e virtuali.
Figlia di quella digital transformation che sta progressivamente cambiando usi e costumi, innescando una rivoluzione culturale su scala globale, l’Industria 4.0 in questi ultimi anni è diventata anche una nuova dimensione della comunicazione e del business.
Industria 4.0, smart fabric o smart manufacturing?
Le soluzioni coinvolte sono tantissime, organizzarle in maniera armonica e coordinata è una sfida che ha bisogno di competenze diversificate e di vision ampie e lungimiranti. Il denominatore comune? Un’integrazione dei processi e delle procedure che coinvolgono tutte le filiere, traghettando così le imprese verso nuovi modelli di sviluppo della produzione e del business, diversificati e complessi.
Gli esperti come Boston Consulting o McKinsey, per aiutare a capire, parlano di Smart Fabric, proponendo una ripartizione dei cluster tecnologici su tre livelli:
- SMART PRODUCTION: nuove tecnologie produttive creano interazione tra tutti gli asset legati alla produzione, favorendo la collaborazione tra uomini, macchine e sistemi.
- SMART SERVICES: una governance di nuova generazione delle infrastrutture informatiche e tecniche aiuta a gestire e presidiare i sistemi, sfruttando logiche di massima integrazione tra tutti gli attori della supply chain, clienti inclusi.
- SMART ENERGY: nuovi sistemi di alimentazione e un’attenzione al monitoraggio dei consumi energetici, rendono le infrastrutture più performanti, più economiche e più ecologiche.
L’innovazione tecnologica, infatti, migliora e rende più efficiente da un lato i processi di produzione e dall’altro i processi di gestione.
In questo senso, rispetto al Piano Nazionale Industria 4.0 declinato sul modello tedesco in 9 cluster tecnologici, va evidenziato come idealmente 4 siano più propriamente associati alla gestione della produzione (Smart Production) e 5 alla gestione delle informazioni e delle infrastrutture di servizio (Smart Governance).
I cardini del Piano Nazionale Industria 4.0 sono incentrati su una serie di tecnologie abilitanti capaci di creare modelli di interconnessione e collaborazione tra le informazioni e i sistemi, integrando tecniche produttive capaci di migliorare le condizioni di lavoro, aumentare l’efficienza e la qualità produttiva degli impianti, diminuire il consumo di energia e gli sprechi per finalizzare un’offerta capace di rimanere sempre allineata alla domanda, favorendo una produzione predittiva.
Il manufacturing nell’era delle smart tecnologies
Gli analisti dell’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano entrano ancora più nel dettaglio, analizzando tutte le Smart Technologies del manufacturing, sottolineando come Smart Manufacturing non significhi adottare isolatamente questa o quella tecnologia innovativa, quanto mettere a fuoco il meccanismo complessivo attraverso cui la maggiore integrazione delle risorse genera del valore addizionale, riducendo le inefficienze, valorizzando la conoscenza, e migliorando la capacità di pianificare e reagire.
Gli esperti hanno schematizzato i tre ambiti in cui le tecnologie digitali stanno cambiando modelli e approcci nell’ambito dello Smart Manufacturing:
- SMART LIFECYCLE MANAGEMENT: Comprende l’intero processo di sviluppo di ogni nuovo prodotto, includendo la gestione dell’intero suo ciclo di vita
- SMART SUPPLY CHAIN: Include la pianificazione dei flussi fisici e finanziari nel sistema logistico-produttivo allargato a tutta la filiera
- SMART FACTORY: Abbraccia l’intera governance legata a infrastrutture e servizi: produzione, logistica interna ed esterna, manutenzione, qualità, sicurezza e rispetto delle normative
Nel futuro immaginato dallo Smart Manufacturing, dunque, gli impianti, i lavoratori, i materiali in input e i prodotti finiti saranno dotati di sensori che li identificano e ne rilevano costantemente posizione, stato e attività mentre i dati raccolti saranno analizzati per migliorare la capacità produttiva, l’efficienza, la sicurezza e la continuità operativa. Infine, tutta la fabbrica sarà connessa al resto del sistema logistico-produttivo e ai clienti tramite piattaforme cloud.