L’espressione “Industrie 4.0” è stata introdotta in Germania nel Novembre 2011 e fa riferimento alla strategia high-tech – con orizzonte 2020 – che il governo Tedesco intende mettere in campo nel settore manifatturiero ed industriale, per contrastare la produzione mass-market con processi produttivi di qualità, di più basso costo e nel contempo più efficienti. All’iniziativa tedesca hanno fatto eco, tra le tante, quella statunitense (“Manufacturing USA“), quella francese (“Industrie du Futur“), quella austriaca (“Industrie 4.0“), quella inglese (“Future of Manufacturing“), quella olandese e svedese (“Smart Industry“), quella danese (“Manufactoring Academy of Denmark“), quella della Repubblica Ceca (“Industry 4.0 National Technology Platform“), quella spagnola (“Industria Conectada 4.0“), quella portoghese (“Industria 4.0“) e – nel 2016 – quella italiana (“Piano Industria 4.0“).
Il comune denominatore nei diversi paesi è sempre lo stesso: la “digital transformation“, la transizione verso una industria completamente automatizzata ed interconnessa, da cui il nome 4.0 a richiamare il quarto stadio dell’industrializzazione dopo quelli legati all’introduzione della meccanizzazione, dell’elettricità e della informatizzazione. La visione di Industria 4.0 concorre quindi all’implementazione di una industria che grazie alle tecnologie ICT (Information and Communication Technologies) diventa un Cyber-Physical System (CPS) e cioè un sistema in cui tecnologie della computazione, della comunicazione e del controllo convivono e concorrono alla realizzazione di una catena del valore che da lineare diviene multidimensionale, automatica e dinamica includendo i sistemi di produzione e le infrastrutture industriali sino ai consumatori finali.
Nei diversi paesi il concetto di Industria 4.0 rappresenta l’esplicito impegno alla realizzazione di un framework (tecnologico, economico, finanziario, legale e culturale) per incentivare e guidare la transizione del tessuto industriale (delle piccole, medie e grandi imprese) verso una nuova forma di impresa. Transizione guidata dall’innovazione e dalle tecnologie quali le reti 5G, il Cloud Computing, i Big Data, l’Intelligenza Artificiale, la Realtà Virtuale e quella Aumentata, la stampa 3D, la robotica (in particolare quella collaborativa, che vede l’interazione spinta tra uomini e robot), l’Internet delle Cose (che diventa sempre più Industrial IoT).
L’integrazione di queste tecnologie abilita una nuova visione della produzione. E di ciò che la precede e la segue. Permette, ad esempio, il monitoraggio e la manutenzione proattiva dei macchinari usati per la produzione così come il monitoraggio e l’assistenza proattiva dei beni e dei servizi venduti. Ma permette anche il monitoraggio e l’analisi degli utilizzi di tali beni e servizi e quindi la riprogettazione degli stessi in funzione della user experience o in funzione di maggiori possibilità di guadagno. Questi sono solo pochi esempi applicabili (e oggi già in parte applicati) a diversi settori. Quello della salute, quello chimico e farmaceutico, quello della logistica, quello automotive, quello delle costruzioni, quello aereospaziale, quello dell’agroalimentare sono solo alcuni tra i settori in cui oggi maggiormente si parla di applicazione del paradigma 4.0. Paradigma che, insieme agli aspetti tecnologici, ne vede diversi altri legati all’organizzazione aziendale, all’organizzazione della produzione, agli aspetti giuridici, formativi e culturali.
Industria 4.0 è una grossa opportunità per il paese. Ed è una grossa opportunità per i studenti, tutti non solo quelli degli ambiti tecnologici. Studenti che in molti casi si troveranno a fare lavori diversi da quelli che siamo abituati a vedere o immaginare oggi. Nuovi lavori abilitati dai nuovi scenari tipici di Industria 4.0. Una sfida importante e difficile anche per le Università quindi, che sempre più devono formare guardando al futuro. Fornendo la conoscenza che da un lato deve contemplare le nuove tecnologie ed i nuovi saperi, ma che dall’altro deve anche fornire le basi e gli strumenti per la comprensione delle tecnologie ed i saperi di domani. Una sfida che tutto l’Ateneo fFedericiano, uno dei sette Competence Center su Industria 4.0 istituiti dal Governo, ha già cominciato ad affrontare.